Unesecuzione musicale, nel suo sviluppo temporale, può essere rappresentata come un processo continuo di tensione e distensione, di concentrazione ed allentamento di energia, risultante dalleffetto delle strutture ritmiche, melodiche, armoniche, dinamiche, timbriche, nonché dalla loro organizzazione in relazioni formali nel brano eseguito; ogni interprete parametra e regola questo gioco di tensione-distensione in base alla propria personalità ed allinflusso di diversi fattori esterni ( dallacustica delle sale alla percezione della presenza del pubblico, ecc. ).
Tra i fattori che possono distrarre o disturbare il processo di distribuzione dellenergia secondo le esigenze delle macro e microstrutture della composizione vi è certamente limpegno psicofisico profuso nel gesto esecutivo: laspetto gestuale dellesecuzione può assorbire o in altri casi viceversa far aumentare lenergia espressiva convogliata nel discorso musicale, alterandone lequilibrio immaginato originariamente dallinterprete.
Il sapersi ascoltare e lacquisire una concezione chiara dellorganizzazione formale di ciò che si esegue contribuisce a risolvere, o a limitare questo problema, finora mai adeguatamente approfondito né dalla didattica, sotto laspetto pratico, né dalla musicologia, sotto laspetto teorico.